Gran Premio di Gran Bretagna 1976

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Regno Unito (bandiera) Gran Premio di Gran Bretagna 1976
273º GP del Mondiale di Formula 1
Gara 9 di 16 del Campionato 1976
Data 18 luglio 1976
Nome ufficiale XXIX John Player British Grand Prix
Luogo Brands Hatch
Percorso 4,207 km
Distanza 76[1] giri, 319,732 km
Clima Coperto
Note Gara sospesa per incidente al 1º giro
Risultati
Pole position Giro più veloce
Austria (bandiera) Niki Lauda Austria (bandiera) Niki Lauda
Ferrari in 1'19"35 Ferrari[2] in 1'19"91
(nel giro 41)
Podio
1. Austria (bandiera) Niki Lauda
Ferrari
2. Sudafrica (bandiera) Jody Scheckter
Tyrrell-Ford Cosworth
3. Regno Unito (bandiera) John Watson
Penske-Ford Cosworth

Il Gran Premio di Gran Bretagna 1976 è stata la nona prova della stagione 1976 del Campionato mondiale di Formula 1. Si è corsa domenica 18 luglio 1976 sul Circuito di Brands Hatch. La gara è stata vinta dall'austriaco Niki Lauda su Ferrari; per il vincitore si trattò del dodicesimo successo nel mondiale. Ha preceduto sul traguardo il sudafricano Jody Scheckter su Tyrrell-Ford Cosworth e il britannico John Watson su Penske-Ford Cosworth.

James Hunt su McLaren-Ford Cosworth, giunto primo, venne squalificato per aver cambiato vettura durante il gran premio.[3]

Gran Premio di Spagna

[modifica | modifica wikitesto]

Il 5 luglio, all'indomani del Gran Premio di Francia, il Tribunale d'appello della FIA decise di riammettere in classifica del GP di Spagna James Hunt (che era giunto primo), convertendo la squalifica in una multa di 3.000 $. La stessa decisione venne presa anche per Jacques Laffite. Ciò in quanto le violazioni riscontrate sulle loro monoposto furono considerate minime, rispetto al regolamento.[4]

Sviluppi futuri

[modifica | modifica wikitesto]

Venne deciso di far slittare di una settimana il Gran Premio del Canada, che venne così fissato al 3 ottobre.[5]

Aspetti tecnici

[modifica | modifica wikitesto]

Il Gran Premio di Gran Bretagna si spostò, nella tradizionale alternanza, al Circuito di Brands Hatch, da quello di Silverstone. Il circuito così ospitava per la settima volta una gara valida per il mondiale di Formula 1.

Il circuito venne modificato: venne infatti leggermente accorciato (da 4.265 m a 4.207 m) per fare posto ai nuovi box. Esso si presentava con diverse tipologie di asfalto, cosa che rendeva difficile per i piloti trovare il giusto feeling con la pista, visto che il manto stradale era ancora in assestamento.[6] Vennero inoltre rimodellate la Paddock Hill, il Bottom Straight (rinominato John Cooper Straight) e la curva South Bank (rinominata Surtees).

Aspetti sportivi

[modifica | modifica wikitesto]

Furono due le donne iscritte al gran premio (per la prima e unica volta nella storia del mondiale): l'italiana Lella Lombardi, che aver corso il Gp del Brasile con una March, venne ingaggiata dalla RAM, dopo che era stata anche ventilata l'ipotesi di un approdo all'Ensign, dove tornò invece Chris Amon, ripresosi dall'incidente di Anderstorp[7] A far coppia con lei venne ingaggiato Bob Evans, che mancava dal Gran Premio di Long Beach, in cui non si era qualificato al volante della Lotus.

L'altra donna iscritta fu la britannica Divina Galica, ex campionessa di sci, all'esordio nel mondiale, con una Surtees del team Shellsport. L'inglese venne iscritta col numero 13, numero considerato poco fortunato e per questo tuttora non presente nella numerazione fissa d'inizio del mondiale. Gli unici due precedenti di utilizzo erano stati nel Gran Premio di Germania 1953 dal tedesco Mauritz von Strachwitz (che però non aveva preso parte alle prove) e del messicano Moisés Solana nel Gran Premio del Messico 1963.[8]

La Wolf-Williams e la Copersucar presentarono una sola vettura (la prima per Jacky Ickx, la seconda per Emerson Fittipaldi). Completò il quadro il primo iscritto in riserva Mike Wilds, con una Shadow del Team P.R. Reilly, che sostituì il non presente Ingo Hoffmann della Copersucar. Il britannico faceva il suo ritorno nel mondiale di F1 dai tempi del Gran Premio del Brasile 1975, corso con la BRM. L'altra riserva era l'australiano Brian McGuire, iscritto su una Williams.[9]

Si decise che, qualora sul tracciato fosse giunta la pioggia durante la gara, sarebbe toccato al direttore di corsa decidere per la neutralizzazione del gran premio per consentire ai team di cambiare gli pneumatici sulle monoposto.[6]

Nella prima giornata di prove il miglior tempo venne fatto segnare da James Hunt con 1'20"39, undici centesimi meno di Niki Lauda. Le Tyrrell a sei ruote si trovarono in difficoltà sul tracciato, tanto che Jody Scheckter, dopo un'uscita di pista, decise di riutilizzare il vecchio modello tradizionale, a quattro ruote.[6]

Al sabato Lauda fece scendere il suo tempo a 1'19"35, conquistando così la pole. In prima fila restava Hunt, staccato di 6 centesimi. La seconda fila venne conquistata da Mario Andretti su Lotus e Clay Regazzoni sull'altra Ferrari. Nessuna delle due donna iscritte riuscì a qualificarsi. Il tempo ottenuto da Lauda era di 35 centesimi più basso della pole ottenuta nel 1974, dallo stesso Niki Lauda, sulla vecchia configurazione del tracciato.[10]

Nella sessione di qualifica[11] si è avuta questa situazione:

Pos Pilota Costruttore Tempo Griglia
1 1 Austria (bandiera) Niki Lauda Italia (bandiera) Ferrari 1'19"35 1
2 11 Regno Unito (bandiera) James Hunt Regno Unito (bandiera) McLaren-Ford Cosworth 1'19"41 2
3 5 Stati Uniti (bandiera) Mario Andretti Regno Unito (bandiera) Lotus-Ford Cosworth 1'19"76 3
4 2 Svizzera (bandiera) Clay Regazzoni Italia (bandiera) Ferrari 1'20"05 4
5 4 Francia (bandiera) Patrick Depailler Regno Unito (bandiera) Tyrrell-Ford Cosworth 1'20"15 5
6 22 Nuova Zelanda (bandiera) Chris Amon Regno Unito (bandiera) Ensign-Ford Cosworth 1'20"27 6
7 10 Svezia (bandiera) Ronnie Peterson Regno Unito (bandiera) March-Ford Cosworth 1'20"29 7
8 3 Sudafrica (bandiera) Jody Scheckter Regno Unito (bandiera) Tyrrell-Ford Cosworth 1'20"31 8
9 35 Italia (bandiera) Arturo Merzario Regno Unito (bandiera) March-Ford Cosworth 1'20"32 9
10 9 Italia (bandiera) Vittorio Brambilla Regno Unito (bandiera) March-Ford Cosworth 1'20"36 10
11 28 Regno Unito (bandiera) John Watson Stati Uniti (bandiera) Penske-Ford Cosworth 1'20"41 11
12 12 Germania (bandiera) Jochen Mass Regno Unito (bandiera) McLaren-Ford Cosworth 1'20"61 12
13 26 Francia (bandiera) Jacques Laffite Francia (bandiera) Ligier-Matra 1'20"67 13
14 6 Svezia (bandiera) Gunnar Nilsson Regno Unito (bandiera) Lotus-Ford Cosworth 1'20"67 14
15 7 Argentina (bandiera) Carlos Reutemann Regno Unito (bandiera) Brabham-Alfa Romeo 1'20"99 15
16 8 Brasile (bandiera) Carlos Pace Regno Unito (bandiera) Brabham-Alfa Romeo 1'21"03 16
17 34 Germania (bandiera) Hans-Joachim Stuck Regno Unito (bandiera) March-Ford Cosworth 1'21"20 17
18 18 Stati Uniti (bandiera) Brett Lunger Regno Unito (bandiera) Surtees-Ford Cosworth 1'21"30 18
19 19 Australia (bandiera) Alan Jones Regno Unito (bandiera) Surtees-Ford Cosworth 1'21"42 19
20 16 Regno Unito (bandiera) Tom Pryce Regno Unito (bandiera) Shadow-Ford Cosworth 1'21"84 20
21 30 Brasile (bandiera) Emerson Fittipaldi Brasile (bandiera) Copersucar-Ford Cosworth 1'22"06 21
22 32 Regno Unito (bandiera) Bob Evans Regno Unito (bandiera) Brabham-Ford Cosworth 1'22"47 22
23 17 Francia (bandiera) Jean-Pierre Jarier Regno Unito (bandiera) Shadow-Ford Cosworth 1'22"72 23
24 24 Austria (bandiera) Harald Ertl Regno Unito (bandiera) Hesketh-Ford Cosworth 1'22"75 24
25 25 Regno Unito (bandiera) Guy Edwards Regno Unito (bandiera) Hesketh-Ford Cosworth 1'22"76 25
26 38 Francia (bandiera) Henri Pescarolo Regno Unito (bandiera) Surtees-Ford Cosworth 1'22"76 26
NQ 20 Belgio (bandiera) Jacky Ickx Canada (bandiera) Wolf Williams-Ford Cosworth 1'23"32 NQ
NQ 13 Regno Unito (bandiera) Divina Galica Regno Unito (bandiera) Surtees-Ford Cosworth 1'25"24 NQ
NQ 40 Regno Unito (bandiera) Mike Wilds Regno Unito (bandiera) Shadow-Ford Cosworth 1'25"66 NQ
NQ 33 Italia (bandiera) Lella Lombardi Regno Unito (bandiera) Brabham-Ford Cosworth 1'27"08 NQ

Alla partenza i due piloti della Scuderia Ferrari furono protagonisti di un incidente: Regazzoni, che aveva passato James Hunt, colpì la vettura di Niki Lauda alla prima curva. Successivamente la sua Ferrari, in testacoda, collise anche con la vettura di Hunt, e venne colpita da quella del sopraggiungente Jacques Laffite. La pista, piena di detriti e olio, venne giudicata impraticabile, tanto che venne esposta la bandiera rossa che fermò il gran premio.

Il regolamento prevedeva che solo i piloti che avessero terminato il giro ove fosse stata esposta la bandiera rossa potessero riprendere la gara. Sia Hunt che Laffite, invece, erano stati costretti al ritiro per l'incidente della partenza, mentre Regazzoni era stato capace di riguadagnare i box, pur con la vettura incidentata. Hunt era riuscito a riportarsi sulla griglia, per la seconda partenza, utilizzando non la vettura titolare, ma il muletto.

Per evitare le proteste del pubblico per l'esclusione di James Hunt, venne deciso di riammettere alla gara l'inglese della McLaren (con la macchina titolare nel frattempo riparata) e, come compromesso, si permise a Jacques Laffite e Clay Regazzoni di riprendere la gara col muletto, anche se sub judice, visto che loro vetture titolari non erano ancora state riparate. Si decise così di ripartire, annullando di fatto la prima partenza, e di compiere tutti i 76 giri originali.

Anche la seconda partenza venne caratterizzata da un problema: la Lotus di Mario Andretti, che partiva terzo, rimase ferma sulla griglia per un problema tecnico, ma venne schivata da tutte le monoposto sopraggiungenti. La gara veniva condotta da Niki Lauda, seguito da James Hunt, Clay Regazzoni, Chris Amon, Ronnie Peterson, Jody Scheckter, Patrick Depailler e Hans-Joachim Stuck. Nel corso del primo giro Amon venne passato sia da Peterson che da Scheckter, mentre Depailler e Stuck vennero a contatto: il tedesco fu costretto al ritiro, mentre Depailler perse innumerevoli posizioni. Al secondo giro Amon venne passato anche da Vittorio Brambilla.

Brambilla all'ottavo giro passò Peterson, mentre Arturo Merzario passò John Watson, installandosi all'ottavo posto. La vettura del nordirlandese fu danneggiata nella situazione, tanto che Watson fu costretto a cambiare il musetto, e ripartire nelle retrovie. Il giro seguente Amon si ritirò per una perdita d'acqua. Dopo dieci giri Lauda comandava sempre davanti a Hunt, Regazzoni, Scheckter, Brambilla, Peterson, Merzario e Gunnar Nilsson.

Al tredicesimo giro Merzario conquistò un'altra posizione passando Peterson, in crisi con gli pneumatici, dopo essere riuscito a evitare un contatto con Brambilla. Lo svedese della March fu costretto a una sosta ai box per cambiare gli pneumatici, che lo fece passare al quindicesimo posto. Al 15º giro anche Vittorio Brambilla fu costretto a una sosta ai box sempre per cambiare le gomme, che lo fece uscire dalla zona punti.

Al giro 26 la direzione comunicò la decisione di squalificare Regazzoni (in quel momento terzo) e Laffite (nono) in quanto ripartiti col muletto. Al 32º giro il francese fu però costretto al ritiro per la rottura di una sospensione; quattro giri dopo fu il turno anche di Regazzoni, tradito da un problema alla pressione dell'olio. Dopo il ritiro del ticinese, dietro alla coppia Lauda-Hunt, si trovavano Jody Scheckter, Arturo Merzario, Gunnar Nilsson, Tom Pryce e Alan Jones. Dalla retrovie stava rinvenendo la Penske di Watson che, dopo un sorpasso su Brett Lunger, era nono.

Al giro 39 Merzario fu costretto al ritiro per la rottura del semiasse, dopo che per molti giri era stato capace di impensierire la Tyrrell di Jody Scheckter. Al giro 45 James Hunt prese il comando, dopo aver passato Lauda, che scontava dei problemi al cambio. Un giro dopo Watson passò anche Jones, entrando così in zona punti.

Al 64º giro Watson passò Tom Pryce, sulla cui vettura vi erano dei problemi col propulsore e, quattro gri dopo, anche Gunnar Nilsson.

La gara venne così vinta da James Hunt, davanti a Niki Lauda e Jody Scheckter. Subito dopo la gara vennero inviati diversi reclami in merito alla decisione di riammettere al via Hunt.[12] Inizialmente tali reclami vennero rigettati dalla direzione di corsa, che confermò invece la squalifica di Regazzoni e Laffite.[13]

Solo il 24 settembre la FIA decise per la squalifica di Hunt, reo di aver utilizzato il muletto al fine di riallinearsi sulla griglia di partenza.[3]

I risultati del gran premio[14] sono i seguenti:

Pos No Pilota Costruttore Giri Tempo/Ritiro Pos.Griglia Punti
1 1 Austria (bandiera) Niki Lauda Italia (bandiera) Ferrari 76 1:44'19"66 1 9
2 3 Sudafrica (bandiera) Jody Scheckter Regno Unito (bandiera) Tyrrell-Ford Cosworth 76 + 16"18 8 6
3 28 Regno Unito (bandiera) John Watson Stati Uniti (bandiera) Penske-Ford Cosworth 75 + 1 Giro 11 4
4 16 Regno Unito (bandiera) Tom Pryce Regno Unito (bandiera) Shadow-Ford Cosworth 75 + 1 Giro 20 3
5 19 Australia (bandiera) Alan Jones Regno Unito (bandiera) Surtees-Ford Cosworth 75 + 1 Giro 19 2
6 30 Brasile (bandiera) Emerson Fittipaldi Brasile (bandiera) Copersucar-Ford Cosworth 74 + 2 Giri 21 1
7 24 Germania (bandiera) Harald Ertl Regno Unito (bandiera) Hesketh-Ford Cosworth 73 + 3 Giri 23  
8 8 Brasile (bandiera) Carlos Pace Regno Unito (bandiera) Brabham-Alfa Romeo 73 + 3 Giri 16  
9 17 Francia (bandiera) Jean-Pierre Jarier Regno Unito (bandiera) Shadow-Ford Cosworth 70 + 6 Giri 24  
Rit 6 Svezia (bandiera) Gunnar Nilsson Regno Unito (bandiera) Lotus-Ford Cosworth 67 Motore 14  
Rit 10 Svezia (bandiera) Ronnie Peterson Regno Unito (bandiera) March-Ford Cosworth 60 Alimentazione 7  
Rit 18 Stati Uniti (bandiera) Brett Lunger Regno Unito (bandiera) Surtees-Ford Cosworth 55 Cambio 18  
Rit 4 Francia (bandiera) Patrick Depailler Regno Unito (bandiera) Tyrrell-Ford Cosworth 47 Motore 5  
Rit 7 Argentina (bandiera) Carlos Reutemann Regno Unito (bandiera) Brabham-Alfa Romeo 46 Pressione dell'olio 15  
Rit 35 Italia (bandiera) Arturo Merzario Regno Unito (bandiera) March-Ford Cosworth 39 Motore 9  
Rit 32 Regno Unito (bandiera) Bob Evans Regno Unito (bandiera) Brabham-Ford Cosworth 24 Cambio 22
Rit 9 Italia (bandiera) Vittorio Brambilla Regno Unito (bandiera) March-Ford Cosworth 22 Incidente 10  
Rit 38 Francia (bandiera) Henri Pescarolo Regno Unito (bandiera) Surtees-Ford Cosworth 16 Alimentazione 26  
Rit 22 Nuova Zelanda (bandiera) Chris Amon Regno Unito (bandiera) Ensign-Ford Cosworth 8 Perdita d'acqua 6  
Rit 5 Stati Uniti (bandiera) Mario Andretti Regno Unito (bandiera) Lotus-Ford Cosworth 4 Iniezione 3  
Rit 12 Germania (bandiera) Jochen Mass Regno Unito (bandiera) McLaren-Ford Cosworth 1 Frizione 12  
Rit 34 Germania (bandiera) Hans-Joachim Stuck Regno Unito (bandiera) March-Ford Cosworth 0 Incidente 17  
Rit 25 Regno Unito (bandiera) Guy Edwards Regno Unito (bandiera) Hesketh-Ford Cosworth 0 Incidente 25  
SQ 11 Regno Unito (bandiera) James Hunt Regno Unito (bandiera) McLaren-Ford Cosworth 76 Squalificato
per cambio vettura
2  
SQ 2 Svizzera (bandiera) Clay Regazzoni Italia (bandiera) Ferrari 36 Pressione dell'olio 4  
SQ 26 Francia (bandiera) Jacques Laffite Francia (bandiera) Ligier-Matra 31 Sospensione 13  
NQ 20 Belgio (bandiera) Jacky Ickx Canada (bandiera) Wolf Williams-Ford Cosworth
NQ 13 Regno Unito (bandiera) Divina Galica Regno Unito (bandiera) Surtees-Ford Cosworth
NQ 40 Regno Unito (bandiera) Mike Wilds Regno Unito (bandiera) Shadow-Ford Cosworth
NQ 33 Italia (bandiera) Lella Lombardi Regno Unito (bandiera) Brabham-Ford Cosworth
NA 31 Brasile (bandiera) Ingo Hoffmannn Brasile (bandiera) Copersucar-Ford Cosworth

Piloti

Costruttori

Motori

  • 64° vittoria per il motore Ferrari

Giri al comando

  1. ^ Gara interrotta dopo l'incidente alla prima partenza. Il numero dei giri totali però non viene modificato.
  2. ^ Il giro più veloce venne fatto segnare da James Hunt su McLaren-Ford Cosworth in 1'19"82 alla tornata 44. Hunt venne successivamente squalificato e vennero cancellati tutti i suoi tempi sul giro.
  3. ^ a b Gianni Rogliatti, La Fia ha dato ragione alla tesi Ferrari- Hunt squalificato, Lauda è il vincitore, in La Stampa, 25-9-1976, p. 19.
  4. ^ (ES) Xavier Ventura, Hunt declarado vencedor del G.P. de España de F-1, in El Mundo Deportivo, 7-7-1976, p. 26. URL consultato il 2-2-2012.
  5. ^ G. P. del Canada deciso il rinvio, in La Stampa, 18-7-1976, p. 21.
  6. ^ a b c Gianni Rogliatti, Il solito Hunt davanti a Lauda, in La Stampa, 17-7-1976, p. 19.
  7. ^ (ES) Xavier Ventura, Francia F-1: las ventajas para Lauda y "Ferrari", in El Mundo Deportivo, 4-7-1976, p. 17. URL consultato il 27-2-2012.
  8. ^ (FR) Statistiques Numéro-Numéro 13, su statsf1.com. URL consultato il 28-2-2012.
  9. ^ (EN) The John Player Grand Prix (JPG), su racingsportscars.com. URL consultato il 29-2-2012.
  10. ^ Gianni Rogliatti, Niki Lauda è proprio il numero uno, in La Stampa, 18-7-1976, p. 21.
  11. ^ Sessione di qualifica, su statsf1.com.
  12. ^ Gianni Rogliati, Hunt poi Lauda a Brands Hatch, in Stampa Sera, 19-7-1976, p. 15.
  13. ^ Comunicato inglese, in Stampa Sera, 19-7-1976, p. 15.
  14. ^ Risultati del gran premio, su formula1.com.

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]
Campionato mondiale di Formula 1 - Stagione 1976
 

Edizione precedente:
1975
Gran Premio di Gran Bretagna Edizione successiva:
1977
  Portale Formula 1: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Formula 1